E fu allora che mi voltai: notai le ceneri di ciò che un tempo era custodito con cura tra le pieghe della memoria, sollevarsi in volo e fuggire, attraverso lo spiraglio lasciato aperto dalla serratura della mia rinnovata capacità di giudizio. Ciò che rimase fu un lungo, inestimabile, meraviglioso, assoluto silenzio.
Ed infine, le orecchie udirono nuovamente il delicato rumore dell’acqua scorrere accanto a me.