Demoni

Voci leggere e sottili filtrano attraverso le fessure delle porte, fuggono al rumore di ali veloci che strappano il silenzio dalle stanze e le urla dalla città. Uno specchio profumato e tranquillo allontana la luce, incurante della cognizione del tempo, fino a luoghi in cui il sentiero si perde e l’oscurità diventa mantello invisibile e pesante in egual misura. Piccoli lumi disegnano la realtà a loro piacimento, aiutati dallo sguardo del viaggiatore concentrato su particolari conosciuti, convinto di intravedere antichi luoghi familiari ma non riconoscendoli affatto. Solo un animo impavido e tenace potrà distinguere il vero dal falso e seguire l’istinto verso più calde e gentili forme liquide. Ogni esploratore deve studiare le mappe e conoscere ogni possibilità nascosta all’interno delle reti dei pensieri astratti, imparando a seguire il percorso ad occhi chiusi.

Chi inciampa inseguendo sfuggenti note e gelsomini in fiore, domandandosi la ragione per la quale appaia impossibile catturarne l’immagine, facilmente verrà risvegliato dal proprio passo pesante, lungo oscure vie.

Ogni cosa è luce ed ombra ed essi, talvolta, accompagnano anche gli ignari.

Moon

Mutate forme, polveri sottili, magiche note, parole sconosciute. Talvolta i colori hanno un sapore e gli antichi passaggi sono visibili. Nemici dimenticati fanno capolino oltre le siepi, in attesa di dolci racconti da sussurrare alle orecchie della foresta. Si avvicinano, indisturbati, nello stesso modo in cui la gentilezza sfida la forza, con infinita grazia nei modi.

Quando la luna danza, ogni risposta è possibile ed ogni cosa è in un solo istante, oscurità e luce.

Quando

Quando non ascolti, quando rincorri logiche comode distillate da opinioni futili senza basi realistiche. Quando non hai esperienza diretta e cerchi risposte senza conoscere le domande. Quando sei sicuro di vedere qualcosa nel buio, senza avere il coraggio di accendere la luce. Il più delle volte le ombre sono il riflesso delle nostre quotidiane forme, che occupano per sbaglio o per caso, un insolito posto, discostandosi un po’ dall’idea del nostro confortevole mondo conosciuto.

È il momento, illuminiamo la stanza.

Nemici

Ci sono coloro che credono che l’universo non abbia regole predefinite, che il codice non sia scritto e che ogni molecola non si leghi con un’altra alla perfezione.

Un giorno tra quelli in cui estate ed autunno si salutano con malinconia, un ramarro, che viveva solo all’interno del tronco di un vecchio albero, decise di intraprendere un nuovo viaggio. Era verde, di quel colore acceso che fa pensare che l’antica foresta abbia commesso un errore, regalando a qualcuno una tonalità del genere. Quando un raggio di sole si posava su di lui, illuminava ogni cosa con un meraviglioso riflesso acceso. Creatura rara, veloce, intuitiva, fiera ed impaurita allo stesso tempo: correva rapido tra le foglie che stavano iniziando a cadere ed evitava luoghi troppo esposti agli occhi delle aquile.

Aveva paura, sì, ma davanti al pericolo cambiava, completamente. Quando sentiva una minaccia incombere, la sua energia si trasformava in forza, le sua velocità in audacia ed il suo colore in coraggio. Esattamente: quel suo colore acceso così abbagliante, così insolitamente intenso, così difficile da far passare inosservato, diventava il suo scudo più efficace e la sua arma più potente.

Si racconta che proprio quel giorno, inseguendo un moscerino sul ramo di una betulla, non si accorse di aver oltrepassato il confine dove il bosco lascia spazio alla radura e si trovò presto faccia a faccia con un enorme spazio aperto. Che meraviglia… fili d’erba a perdita d’occhio, cielo azzurro non interrotto dall’ombra dei rami, tiepido sole che scaldava la pelle, aria fresca e ancora profumo di estate, che egli credeva essere già fuggita.

Esitó troppo a lungo prima di intraprendere il cammino inverso e, come era prevedibile, un’aquila di passaggio vide un colore meraviglioso in mezzo al resto del solito, omogeneo e conosciuto verde. Come avrebbe potuto non notarlo. Immediatamente si lanciò in picchiata, spaventata che qualcuno potesse arrivare prima di lei a raggiungere quella splendida luce: in pochi secondi, il ramarro vide la terra allontanarsi ed il cielo circondare tutto il suo corpo.

Inspiegabilmente, la calma lo raggiunse. Respiró l’aria fredda, osservò il grande bosco da dove mai avrebbe potuto vederlo ed attese.

Il grande rapace atterró finalmente vicino alla grande montagna e depose il rettile su un tappeto di foglie e rami secchi. Non appena toccó il suolo, il ramarro si alzò sulle zampe posteriori e fissó l’aquila negli occhi. Non aveva paura di lei e decise di avvicinarsi, per osservarla meglio. Il becco enorme, gli occhi scuri e vivaci, il respiro affannoso e gli artigli possenti. Erano nemici, ma in qualche modo, simili. Egli si avvicinò e la ringrazió. Per aver fatto in modo che potesse volare, per avergli mostrato il tetto del mondo e per avergli dato la possibilità di sentire il profumo dell’aria in quei luoghi, che a lui sarebbero rimasti per sempre sconosciuti, non fosse stato per il loro incontro.

Era pronto e fissando la sua nemica negli occhi, attese.

L’aquila non credeva a ciò che le stava capitando: nessuno dei suoi antenati le aveva mai raccontato nulla del genere, non ne aveva memoria. Decise  così di essere la prima.

Il ramarro divenne il custode della montagna;  suo prigioniero ma mai in catene; quando lei usciva a caccia, lui restava ad esplorare le terre intorno, poteva osservare e conoscere e vedere tutto ciò che desiderava. In cambio,  si assicurava che lei trovasse sempre la via di casa, attraverso i raggi del sole ed il suo meraviglioso, stravagante, insolito ed abbagliante colore verde.

Avi

Il liquido e la calma talvolta si confondono, si rincorrono come se potessero fondersi, come se appartenessero ad un’unica dimensione. Essenza di sabbia tiepida e leggera, vola per miglia, inconsapevole, sollevata dal tocco del vento che prendendosi gioco di lei la spinge: quando stanca si riposa sopra un ramo, una pietra, un fiore, lui dispettoso e suo antico nemico, si diverte a farle perdere l’equilibrio.

I pensieri, la voce, le scarpe, i colori, le foglie: coloro che restano o vanno, passano o si fermano, corrono, giocano, arrivano, ritornano, sono e saranno sempre la storia del mondo. Ogni piccola parte è il tutto ed il tutto è nulla ed infinito allo stesso tempo: sentieri liquidi portano a calma essenza. Velieri leggeri raggiungono lidi dove ogni cosa appare per come è, dove non esistono domande e liquido e calma sono un’unica sostanza.

Vie

Chi è stato dimenticato? Chi ha visto con i propri occhi quello che solo con il pensiero si può raggiungere? Chi sa viaggiare nel tempo? Infiniti spazi ed infiniti mondi, sopra e sotto i cieli si estendono verso lontani paesaggi, delicati, docili e gentili come giovani madri.

Al di fuori delle sfere, esistono forme liquide, che fluttuano leggere, indicando la via a tutti coloro che si fermano ad osservare ogni cosa che ad occhio nudo non si lascia notare.

Legno, acqua, profumano l’atmosfera; terra, vento corrono lontano e tracciano la via.

Siamo e saremo sempre esploratori.