Forse non tutti sanno che l’antica foresta regala ai viaggiatori qualche spazio morbido, lontano dal freddo e dalle intemperie, libero dallo sforzo e dalle difficoltà di proseguire attraverso le sue intricate fronde. Si tratta di luoghi nascosti, che appaiono all’improvviso alle menti stanche della solitudine e provate dalla fatica.
Radura, questo è il suo nome; essa è un dono per animi coraggiosi, dotati di qualità straordinarie e formidabile resistenza; coloro che sono capaci di seguire le tracce del Grande Cervo fino alle porte dei ghiacci del Nord, senza esserne intimoriti.
Là, al riparo da ogni elemento del mondo, si possono udire le fate danzare, mentre si rincorrono sfiorando le foglie della betulla con delicato passo. Un grande fuoco spesso riscalda le notti e creature antiche si ritrovano attorno al cerchio, per narrare dolci racconti ai viandanti stanchi.
Vi si possono trovare le fate dell’acqua, gli spiriti della valle e qualche nano della montagna in cerca di rifugio: essi soltanto conoscono le mappe per raggiungere quei luoghi senza essere costretti a sentirne il bisogno.
Ogni creatura, che sia oscura oppure di luce, perde la sua valenza accanto al fuoco della radura; esse diventano parte del tutto, mentre il delicato vento del sud accarezza le parole dei narratori, cullando ciascuno verso il proprio sonno tranquillo.
Il solitario risveglio porta spesso a credere di aver solo sognato: per questa ragione la grande foresta regala ad ogni prescelto un soffio di polvere di stelle, che tutti raccontano si ritrovi sul fondo del proprio taschino, al momento di riprendere la via.